Sicurezza: la sorveglianza del datore di lavoro sul preposto

Sicurezza: la sorveglianza del datore di lavoro sul preposto

Il preposto gioca un ruolo chiave nella sicurezza in azienda, e il datore di lavoro ha la responsabilità di vigilare sul suo operato. Un recente caso di infortunio che ha messo in luce le conseguenze della mancata vigilanza.

In azienda, il preposto è responsabile di sovrintendere l’attività lavorativa, vigilando affinché i lavoratori rispettino le regole e adottino le misure preventive stabilite per evitare situazioni pericolose.

La normativa prevede anche che il datore di lavoro e i dirigenti vigilino sull’operato del preposto, per garantire un controllo multilivello fondamentale per il mantenimento di alti standard di sicurezza sul lavoro. Ecco perché, nel caso in cui la mancata vigilanza del preposto e la tolleranza di comportamenti rischiosi portino a incidenti gravi, l’accusa di omessa vigilanza ricade anche sul datore di lavoro.

L’infortunio

Un recente caso trattato dalla Cassazione Penale ha evidenziato l’importanza della vigilanza multilivello. Un lavoratore di un’azienda agricola ha subito gravi lesioni oculari durante la pulizia di un macchinario con soda caustica.

Il lavoratore era stato incaricato dal preposto di pulire i macchinari, seppure privo dei necessari dispositivi di protezione individuali (DPI) e senza adeguata formazione. Di qui l’accusa da parte della Cassazione a carico del preposto e del datore di lavoro, colpevoli di mancata vigilanza e di gravi omissioni nel garantire la sicurezza del lavoratore.

Le omissioni del datore di lavoro

La Cassazione ha evidenziato specifiche omissioni da parte del datore di lavoro, che hanno contribuito in modo diretto a causare l’incidente:

  • Mancata adozione di misure preventive: Il Documento di valutazione dei rischi (DVR) dell’azienda non contemplava adeguate misure per prevenire i rischi associati all’uso di agenti chimici pericolosi come la soda caustica;
  • Inadeguata formazione: il lavoratore infortunato non aveva ricevuto una formazione adeguata sui rischi derivanti dalla manipolazione di agenti chimici, il che rappresenta una violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro;
  • Omessa vigilanza sui DPI: il datore di lavoro non ha vigilato sull’effettiva disponibilità e utilizzo dei DPI da parte dei dipendenti.

Le decisioni della Cassazione

La Suprema Corte ha evidenziato due principi fondamentali che fanno capo al datore di lavoro:

  • Vigilanza sulle prassi aziendali: il datore di lavoro deve impedire l’instaurarsi di prassi pericolose. Se un incidente si verifica a causa di tali prassi, il fatto che egli non ne fosse a conoscenza non lo esonera dalla colpa, ma conferma la sua responsabilità per mancata vigilanza;
  • Formazione e informazione: il datore di lavoro deve garantire una formazione adeguata ai lavoratori, che non può essere sostituita dall’esperienza empirica acquisita sul campo ma che deve essere progettata ed erogata con lo scopo di prevenire e minimizzare i rischi sul lavoro.

La sentenza della Cassazione chiarisce che la condotta del lavoratore può esonerare il datore di lavoro dalla sua responsabilità solo se questa risulta imprevedibile e fuori dalla sfera di rischio gestita dal datore di lavoro (ad es. decisione autonoma del lavoratore di procedere a un intervento su un macchinario nonostante non disponga dell’autorizzazione per farlo).

Tuttavia se, come nel caso in esame, il lavoratore subisce un infortunio durante lo svolgimento di mansioni affidategli, il rischio rientra comunque nella sfera di responsabilità del datore di lavoro. Quest’ultimo è quindi direttamente responsabile della mancanza di condizioni di sicurezza e dell’omessa vigilanza sull’operato del preposto.

Il caso in esame evidenzia quanto sia cruciale la vigilanza del datore di lavoro sul preposto. Delegare la responsabilità senza un controllo adeguato può portare a implicazioni legali significative, oltre a esporre i lavoratori a gravi rischi per la loro sicurezza.

È essenziale che i datori di lavoro mantengano un controllo costante, forniscano una formazione adeguata e garantiscano l’uso corretto dei DPI, trattando la sicurezza sul lavoro come una responsabilità condivisa che richiede impegno e attenzione costante da parte di tutti i livelli dell’organizzazione aziendale.

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